Chi è Anthony Bolton? (1ªparte)
Anthony Bolton è un investitore contrarian che punta al valore. Ricercando generalmente titoli sottovalutati e poco considerati. Il suo segmento preferito è quello delle compagnie a piccola e media capitalizzazione.
Questi titoli spesso sono caduti nel dimenticatoio per anni e hanno attraversato periodi dove le cose sono andate molto male ma, il recupero appare probabile.
Questo rende il suo investimento più rischioso rispetto alla media di mercato. Le aziende di piccole e medie dimensioni, in tempo di recessione scende più delle compagnie di grandi dimensioni.
Questo approccio funziona nel lungo periodo ma tende ad essere molto più volatile nel breve periodo.
Il fondo che Bolton condusse al Fidelity, Special Situations, produsse per 28 anni, tra il 980 e il 2007, un rendimento medio del 19,5%.
Superando del 6% il Ftse all-Share.
La strategia di Bolton
La strategia di Bolton aveva le sue fondamenta nella ricerca della situazione speciale:
“Una compagnia valutata in maniera allettante rispetto al patrimonio netto, al tasso di rendimento azionario (dividendo) o agli utili per azione attesi”
Queste situazioni speciali si presentavano, nella maggior parte dei casi, nelle seguenti aziende:
- Piccole Gowth stock
- Azioni in recupero
- Situazioni in attivo
- Nuove emissioni
- Compagnie sotto acquisto
Sintetizzò la sua strategia in questo modo: ” Cercare opportunità di crescita del capitale in maniera aggressiva e contrarian“
Prediligeva un approccio “Botton Up” piuttosto che dare troppo peso alla situazione macroeconomica.
Questo modo di agire è all’opposto rispetto a quello di accordarsi alla folla: “Se la stampa dice che GlaxoSmithKline è un ottimo titolo ecco che la maggior parte degli investitori vuole crederci”
Condivideva molte idee di Warren Buffett e Benjamin Graham: i titoli sono piccoli pezzi delle aziende e non strani strumenti negoziabili su cui speculare.
Prima di un investimento si faceva le seguenti domande:
- Quant’è buono il business ?
- Ha vantaggi competitivi?
- Come reagirebbe ai mutamenti sociali e economici?
Sosteneva che solo una cerchia ristretta di titoli aveva la possibilità di prosperare sul lungo periodo. Condivideva con Buffett l’idea del fossato. Ovvero una difesa dagli attacchi dei compeitors: spesso creato da forti barriere all’ingresso.
“I migliori titoli da detenere sono quelli che controllano il loro destino“
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